martedì 26 maggio 2009

COME CANI SCIOLTI

COME CANI SCIOLTI... E PRONTI A COMBATTERE...
E LE RIUNIONI?
LE LINEE PROGRAMMATICHE?
LA RINASCITA DELLA CITTA'?
VOI NE SAPETE NULLA?

domenica 17 maggio 2009

ULTERIORI CONSIDERAZIONI

Riferendomi a quanto espresso da Francesco Lucantoni nel suo intervento, vorrei esporre ulteriori considerazioni.
E’ noto agli “addetti ai lavori” che la materia del restauro più che un insieme organico si presenta come accorpamento multidisciplinare o meglio un’unificazione di varie teorie (focalizzate a partire dalla fine del sec. XIX) e di prassi operative. Quest’ultime implicano lo studio analitico dei manufatti nelle varie sfaccettature, forma, struttura e stabilità, tecniche costruttive, caratteristiche dei materiali e loro degrado. Analogamente la conoscenza della fabbrica non può prescindere dallo studio della sua storia (evoluzione, trasformazioni, eventi traumatici subiti dalla materia e dagli elementi strutturali).
La sintesi di questi aspetti, legata al livello di approfondimento e ai dati disponibili, consente di formulare un’interpretazione critica del comportamento statico dell’organismo che metta in evidenza carenze di strutture e materiali, punti deboli questi a cui sopperire con il successivo intervento conservativo o di restauro.
Nel caso di edifici colpiti da sisma le relative tecniche per la riparazione e il consolidamento delle strutture murarie comportano operazioni speciali e delicate che vanno sia commisurate in concordanza delle pratiche tradizionali e degli indirizzi scientifici sulla conservazione, sia sperimentate e orientate con le pratiche attuali del processo edilizio.
Alla luce di quanto espresso e data la complessità della materia, vorrei proporre di creare parallelamente a quanto indicato da Alessandro Giordani e Francesco Lucantoni, una banca dati o se vogliamo ulteriori linee guida che possano fornirci una normativa, un linguaggio comune, una sorta di bagaglio tecnico a cui attingere, che sia sempre in via di evoluzione e che sia valido per tutti gli operatori, dai progettisti alle imprese, ai tecnici di enti pubblici; ciò alla stregua di quanto realizzò la Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia. Questa, in breve tempo dal sisma, stilò la L.R. n. 30 del 20/6/1977 – titolata “Documentazione tecnica per la progettazione e direzione delle opere di riparazione degli edifici” – che spaziava da modelli di rappresentazione unificata di rilevamenti e di progetti fino alla stesura di computi metrici, dal capitolato di appalto, al relativo prezziario per opere di riparazione e consolidamento.
Inoltre organizziamoci, formiamo gruppi di lavoro, raccogliamo idee e materiali, condividiamoli sul web, operando una selezione critica e facendo tesoro delle trascorse esperienze positive, evitiamo di ripartire da zero e di commettere medesimi errori.
A tal fine, salutandovi, rimando agli atti del corso di aggiornamento sulle “Linee Guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale” tenutosi a Roma dal 30/6 al 3/7/2008:
http://www.basae.beniculturali.it/opencms/export/BASAE/sito-BASAE/Contenuti_BASAE/Eventi/Notizie/visualizza_asset.html_626858700.html
cliccando su interventi.
Laura Recchione.

sabato 16 maggio 2009

UNA RIFLESSIONE


Come membro della Commissione Beni Culturali, volevo condividere con tutti voi una mia riflessione.
Nel corso delle nostre riunioni, si è chiesto di stilare un documento che contenga le linee guida sul come intervenire nel centro storico dell’Aquila. Un documento che risolva il delicato equilibrio tra le istanze di ricostruzione ex novo di alcuni brani della città aquilana e le tendenze alla conservazione e al restauro integrale delle stesse.
Il dibattito tra i promotori della Nuova Architettura e gli esperti di Restauro, soprattutto in occasione di eventi catastrofici di grande portata (si veda quanto accaduto a seguito dei danni cagionati dalla II guerra mondiale), è stato sempre molto acceso. In alcuni casi si è optato per la ricostruzione “com’era dov’era” (es. Ponte di S. Trinita a Firenze), in altri casi si è demolito e ricostruito, ma la scelta è stata dettata, il più delle volte, da un’analisi attenta dello stato degli edifici e del loro valore storico artistico.
Ieri sera, sbirciando tra le foto del centro storico aquilano, sul sito “Il Capoluogo”, ho tentato di farmi un’idea. Mi è parso subito chiaro, però, che per prendere una posizione in tal senso non poteva bastare né un giro virtuale della città, né tantomeno uno “turistico sul pulmino”, come qualcuno auspicava. Prima di poter delineare dei criteri guida per la ricostruzione, a mio avviso, è necessario comprendere a fondo la consistenza del danno, la localizzazione e la qualità architettonica e storica dei singoli edifici colpiti. Davanti ad interi isolati da demolire si potrebbe ipotizzare un nuovo intervento che – pur tenendo necessariamente conto dello spazio architettonico in cui si andrebbe a collocarsi – potrebbe dire qualcosa di nuovo nel panorama architettonico della città. Se il danno si configurasse invece a “macchia di leopardo” sarebbe più complesso intervenire. Nascerebbero problemi, tanto per dirne uno, del tipo: si può inserire in una schiera di edifici in muratura un altro di nuova costruzione, magari in cemento armato, interrompendo la cortina muraria e indebolendo l’incatenamento dell’intero isolato?
Si potrà poi verificare il caso in cui – per dirla col Brandi – la valutazione dell’”istanza estetica”, ossia del valore artistico culturale dell’edificio, e dell’”istanza storica”, la significatività dal punto di vista storico e simbolico dello stesso, richiedano un intervento di conservazione integrale o di anastilosi dell’edificio anche se gravemente colpito dal sisma. Mi chiedo: se, oltre alla cupola, fosse caduta anche la facciata della chiesa di S. Maria del Suffragio, se fosse crollato integralmente il Forte spagnolo, l’avremmo sostituito con qualcos’altro?
Mi è parso di capire che per adesso sia difficile accedere al centro storico per motivi di sicurezza e che sarà possibile tra qualche mese. Bene (anzi male), spendiamo questo tempo ad affinare le “armi” di cui avremo bisogno: creiamo una banca dati (magari sul web) dei rilievi e delle notizie storico architettoniche degli edifici, contattiamo l’Università dell’Aquila e i tanti studenti che negli anni hanno rilevato il centro storico, realizziamo una scheda di analisi che permetta più agevolmente di valutare quanto detto in precedenza, ripetiamo lo stesso procedimento per i centri storici minori.
Credo che tutto questo le Università e i grandi studi di architettura di fuori - dopo essersi garantiti un accesso privilegiato ai centri storici - lo stiano già facendo e che le “linee guida” le scriveranno prima loro.
La nostra forza è, e deve essere, la conoscenza puntuale del territorio, lo stretto legame con esso, che altri non possono avere. Possedendo questi strumenti, potremo quantomeno dialogare con loro, evitando di farci estromettere dai giochi!
Nella speranza che i nostri “caschi con la lucetta” servano prima o poi a qualcosa, vi saluto.
Francesco Lucantoni

venerdì 15 maggio 2009

AI PIEDI DELL'ARCOBALENO

SINCERAMENTE SONO UN PO' DELUSO DEI RIPETUTI INCONTRI DELL'ORDINE DEGLI ARCHITETTI ANCHE PERCHE ABBASTANZA INFRUTTUOSI,
MI RENDO CONTO CHE NON E' FACILE METTERE INSIEME TANTE IDEE E PENSIERI MA,
VOGLIO SOTTOLINERE LA DIFFERENZA DELL'INCONTRO IN CONFCOMMERCIO.
ALLA FINE SI E' RAGGIUNTO ANCHE IL RISULTATO DI AVER CREATO GIA' DELLE SQUADRE DI RILIEVO.
A MIO AVVISO QUESTO E' AVVENUTO PERCHE' GIA' ERA STATA PORTATA UN IDEA, UN PENSIERO COMPLETO, FORMATO CHE E' STATO POSSIBILE DISCUTERE E COMMENTARE.
AL CONTRARIO SPESSO VEDO CHE NEGLI INCONTRI DELL'ORDINE, RIPARTIAMO SEMPRE DA ZERO (E A VOLTE ARRIVIAMO A MENO UNO!).
SE SI SVILUPPASSE PRIMA UN PENSIERO, UN'IDEA DA POTER SVOLGERE, SECONDO ME SI SAREBBE UN PASSO AVANTI.
IN POCHE PAROLE, FACCIAMO UNA "LEGGE" ANCHE SBAGLIATA E DISCUTIAMO E PRESENTIAMO EMENDAMENTI!!

VOI CHE NE PENSATE?




giovedì 7 maggio 2009

COME E' ANDATA IERI?





ALLORA RAGAZZI COME E' ANDATA IERI?

sabato 2 maggio 2009

BOZZA INDICE LINEE GUIDA

Cari colleghi , senza alcuna presunzione,
ho stilato un indice da poter sviluppare, sovvertire, e riempire di contenuti al solo scopo di partire con la realizzazione di una linea guida:
(CLICCATE ALLA FINE SU commenti per lasciare suggerimenti da poter discutere il 6)

FASI:
1. EMERGENZA
2. RACCOLTA DATI
3. RICOSTRUZIONE, RESTAURO CENTRO STORICO



1. EMERGENZA
1.1. MONITORAGGIO
1.1.1. Divisione del territorio del centro storico
1.1.2. Individuazione degli edifici più rappresentativi
1.1.3. Lista dei colleghi da affiancare a VVF, Protezione Civile e Soprintendenza

2. RACCOLTA DATI
2.1. Raccolta dati fotografici e descrizioni provenienti da sopraluoghi
2.2. Segnalazione dei rischi più gravi autorità competenti

3. RICOSTRUZIONE, RESTAURO CENTRO STORICO
3.1. Individuazione delle parti di centro storico da riaprire- riapribili
3.2. Definizione degli edifici da ricostruire “COM’ERA DOV’ERA”
3.2.1. Linee guida su come intervenire in “COM’ERA DOV’ERA”
3.3. Definizione delle parti da ricostruire “INTEGRANDO ANTICO E NUOVO”
3.3.1. Linee guida su come intervenire in “INTEGRANDO ANTICO E NUOVO”
3.4. Definizione delle parti da ricostruire “EX NOVO”
3.4.1. Linee guida su come intervenire in “EX NOVO”

Arch. alessandro Giordani


INSERITE COMMENTI E CI VEDIAMO IL 6